Clicca qui per vedere la mostra di Alexander Langer , a cura Roberto Comi.
Realizzare la speranza europea
Vivere in pace tra gli uomini e con la natura. Raddrizzare lo sviluppo impazzito verso
una civiltà solidale e sostenibile. Assicurare dignità e lavoro a tutti. Difendere l’eredità
comune: l’ambiente, il patrimonio culturale, il diritto.
Affrontare insieme a tutti gli altri europei le sfide più urgenti: la convivenza in Europa,
la salvaguardia della natura, l’equità sociale. Conquistare democrazia, qualità
della vita e partecipazione per tutti.
Fare dell’Europa unita la casa comune della libertà e della giustizia.
Dal 1989 c’è stato il più grande cambiamento che l’Europa abbia mai visto in tempi di
pace. Per ora non ha saputo digerirlo bene: nuovi muri si alzano al posto dei
vecchi, violenze e guerre si moltiplicano, nuovi egoismi minacciano la coesione.
La vecchia ricetta dell’unificazione europea attraverso la crescita e l’integrazione economica
mostra la corda: mercificazione e degrado dell’ambiente, disoccupazione massiccia,
competizione selvaggia.
Occorre re-inventare l’Europa, all’altezza della sua nuova possibile primavera. Non
per gareggiare con l’America o il Giappone, ma per diventare ospitale verso tutti
i suoi abitanti e amica a tutto il resto del pianeta. I Verdi -un movimento presente in
tutta l’Europa, all’Ovest come all’Est- sono dei protagonisti necessari a questa impresa,
se non si vuole la rincorsa di una crescita che semina distruzione e vittime, ma
una saggia svolta verso la salute, l’ambiente, l’economia sostenibile anche
per le generazioni dopo di noi…
L’Europa sostenibile e solidale
L’Europa dell’ambiente e della salute: nessun miope vantaggio finanziario può compensare
la dissipazione dei beni più preziosi…
L’Europa dell’occupazione e della sicurezza sociale per tutti:
una crescita economica che emargini i meno competitivi e li lasci al loro destino sarebbe
un frutto avvelenato, socialmente irresponsabile. Lavorare meno, lavorare sano, lavorare
tutti e potersi fidare della rete di protezione sociale.
L’Europa dell’agricoltura rispettosa della natura e del lavoro contadino:
oggi siamo al disastro riconosciuto della politica agricola comunitaria che ha eliminato milioni
di contadini, avvelenato suoli e acque, ridotto a merce crudelmente allevata gli animali. La
svolta ecologica in agricoltura richiede prezzi giusti per alimenti sani, disarmo chimico per la
terra coltivata, rivalutazione degli agricoltori, incoraggiamento all’agricoltura biologica.
L’Europa del riuso e del riciclaggio:
se non si vuole che la montagna di rifiuti ci avveleni e seppellisca tutti, bisogna passare
Il programma per le elezioni europee del 1994 di Alexander Langer.
Vivere in pace tra gli uomini e con la natura. Raddrizzare lo
sviluppo impazzito a favore di una civiltà solidale e sostenibile.
Assicurare dignità e lavoro a tutti. Difendere l’ambiente,
il patrimonio culturale, i diritti, la convivenza, l’equità sociale.
al risparmio di materia ed energia, alla produzione di beni più durevoli, al riuso… L’Europa
deve obbligare i produttori e aiutare i consumatori in questo cambiamento di rotta…
Urge una svolta nella politica europea dei trasporti, verso la riduzione dei traffici sviluppando
economie regionali integrate e facendo pagare il vero costo dei trasporti su strada.
L’Europa dell’energia pulita e della ricerca responsabile:
La risposta si chiama risparmio
energetico, fonti pulite e rinnovabili di energie, …salvaguardia dell’equilibrio naturale e
rispettosa dei limiti etici.
L’Europa dei mari, dei boschi, delle montagne:
i grandi eco-sistemi non possono più restare
alla mercé degli interessi nazionali… richiedono un’azione europea per la difesa
dei grandi habitat naturali. L’istituzione di parchi europei (marini, montani, ecc.) e
una comune azione di tutela non possono più essere rimandate.
L’Europa del riequilibrio economico e sociale
I dislivelli sociali, le esclusioni, le emarginazioni di intere regioni, paesi e gruppi sociali
“all’interno e al di fuori dell’Unione europea” rappresentano non solo ingiustizie, ma
anche mine esplosive per la coesione interna ed europea…
L’Europa delle città vivibili e delle campagne risuscitate.
Va scelta una politica per una nuova qualità della vita nelle città e nelle campagne, e
un nuovo rapporto tra esse,… piuttosto che di spinta consumistica e arricchimento
individuale che spinge poi ognuno alla fuga da dove vive.
L’Europa unita dovrà essere federalista:
gli attuali stati nazionali devono finalmente cedere molti dei loro poteri
L’Europa della condivisione e dell’autolimitazione:
oggi si assiste a una generale e spesso
spericolata corsa all’arricchimento, stimolata anche dal grande mercato europeo e dalla
convulsa transizione all’Est. Non a caso la sensibilità sociale e ambientale rischia di finire
schiacciata, sacrificata all’illusione di farsi largo a gomitate.
L’Europa unita, decentrata, democratica:
L’Europa dei dodici come fermento di unità europea:
non a caso oggi molti la chiamano
ancora “Comunità economica”, intrisa com’è di finanza, moneta, fisco, armonizzazione
di commerci e industrie; mercato comune piuttosto che casa comune.
Ma soprattutto dopo il crollo dei regimi dell’Est, è diventato evidente che la sola speranza
di unificare pacificamente l’Europa, …viene dall’Unione europea dei dodici, e dal
suo aprirsi a tutti gli altri europei. I mercati potranno anche restare differenziati per
tutto il tempo necessario, ma l’unità politica non può aspettare troppo, altrimenti i
fattori di disintegrazione rischiano di prevalere…
Il Parlamento europeo non può più continuare a essere un organo sostanzialmente
consultivo, ma deve conquistarsi in questa legislatura i poteri di un vero parlamento.
Il trattato di Maastricht è nato già vecchio: troppa poca Europa, troppi veti, troppi
equilibrismi diplomatici. è tempo di darsi una Costituzione europea.
L’Europa deve istituire e mettere a disposizione delle Nazioni
Unite un corpo di pace europeo (civile e militare)
L’Europa dei diritti umani e civili, dei cittadini, della convivenza: finora l’Europa comunitaria
si è preoccupata molto delle aziende, delle merci, dei capitali, dei tassi di inflazione.
Ora si tratta di varare un corpo comune di leggi di cittadinanza e di democrazia europea,
a garanzia di uguali diritti e uguale protezione in tutta l’Unione, e a garanzia
dell’apertura agli altri…
L’Europa operatrice di pace
L’Europa per la pace e il diritto internazionale: sinora i dodici non hanno saputo sviluppare
una vera politica estera e di sicurezza comune (basta guardare alla tragica
guerra jugoslava), né mettere al servizio della comunità internazionale il suo enorme
potenziale di pace (basta guardare al Medio Oriente).
Della guerra fredda ha conservato le strutture (Nato, Ueo, ecc.) e la mentalità,
incapace di ricostruire dalle fondamenta una politica di sicurezza e pace.
Negli ordinamenti internazionali (Onu, Csce…) non sa o non vuole parlare con una
voce comune, né impegnarsi a fondo. I Verdi vogliono per l’Unione europea una comune
politica estera e di pace, sottoposta al controllo democratico del Parlamento.
L’Europa deve istituire e mettere a disposizione delle Nazioni Unite un
corpo di pace europeo (civile e militare).
Impegnarsi per il disarmo e per la soluzione non-violenta dei conflitti non significa assistere
impotenti ad aggressioni e stragi; i Verdi si battono perché si diano le risposte più giuste e appropriate
possibili (per es. contro la guerra-lampo cruenta e inutile nel Golfo, ma per l’uso
della legittima forza internazionale contro gli aggressori della Bosnia Herzegovina).
L’Europa dell’unità nella diversità: l’Europa, a differenza dell’America, non ha
scelto la strada del melting pot, dell’integrazione omogeneizzante. La varietà di lingue,
culture, tradizioni è riconosciuta come ricchezza europea… Oggi i diritti di molte minoranze
restano negati in Europa, manca un comune codice; i riflessi nazionalisti e razzisti
risorgono numerosi..
L’Europa fraterna, sorella del mondo intero
L’ Europa pronta a dividere e perequare:
la questione è molto semplice. Se tutti nel
mondo vivessero come noi (auto, consumi energetici, produzioni nocive, armamenti…),
il sistema Terra scoppierebbe d’infarto.
Quindi delle due l’una: o ci barrichiamo ben bene nella nostra ricchezza, facendone una
fortezza inespugnabile (ma come si vivrebbe da invidiati e assediati permanenti?),
o ci mettiamo a condividere e perequare, mitigando decisamente la nostra corsa alla crescita
materiale e alla superiorità economica, militare, tecnologica e aiutando gli altri a
trovare condizioni meno inique per fare la loro parte…
L’Europa garante delle promesse di Rio de Janeiro.
Nel 1992 un grande “vertice dellaTerra” su ambiente e sviluppo l’ha detto chiaramente: per
arrestare il cambiamento irreversibile del clima, per difendere la fascia d’ozono e le foreste,
per salvaguardare la stessa molteplicità della vita sulla terra (bio-diversità), occorre un
nuovo patto tra Nord e Sud: il Nord deve consumare e inquinare molto meno e pagare
molto di più per i suoi prelievi rapaci, il Sud deve potersi sviluppare per non trascinare tutti
nella miseria, scambi equi e solidali devono prendere il posto dell’attuale commercio internazionale
esercitato in condizioni di ricatto e rapina.