a cura dello Sportello Lavoro delle ACLI Cernusco S/N
Principali evidenze
- Da un po’ di mesi il numero degli Occupati oscilla su 24,0 milioni di persone mentre il totale della popolazione in età lavorativa, cioè quella di 15-64 anni, inizia a ridursi per effetto del calo demografico; cresce così la % di occupati che a novembre 2024 tocca il suo massimo a 62,4% = significa essere ancora in fondo alla classifica UE e distanti 9 punti dalla sua media.
- Nelle fasce di età di 15-24 anni e 25-34 anni il dato che più cresce è quello degli Inattivi cioè le persone che non hanno lavoro né lo cercano; va molto meglio la classe di età più anziana = +50 anni, nella quale calano gli Inattivi e crescono gli Occupati > invecchia anche il mondo del Lavoro.
- Cresce pure la % di occupazione delle donne che rimane però la più bassa nella UE, con la più alta differenza verso la percentuale di occupazione maschile = 53,7% contro il 71,0% degli uomini.
- Continua la discesa dei salari in valore reale mentre la povertà, quella assoluta e quella relativa, ormai riguarda una persona su quattro.
Segue approfondimento ‘Un record che non rallegra nessuno’.
Si può dire infatti che vantare dei record nell’attuale situazione significa solo fare propaganda politica.
LAVORO – Lo stato dell’Occupazione in Italia a novembre 2024: un record che non rallegra nessuno
Il 7 gennaio scorso l’Istat ha pubblicato i dati sull’occupazione aggiornati a nov. 2024. Subito un portavoce del Governo, intervistato a beneficio dei telegiornali, ha voluto celebrare il ‘record’ realizzato con la percentuale di occupati in Italia che a nov. 2024 ha raggiunto quota 62,4% della popolazione attiva (= è quella con una età da 15 a 64 anni). Qui sotto il link per il report ISTAT.
Vediamo qui in rapida sintesi il quadro della situazione, leggendo con cura i dati del report Istat.
Il numero totale di Occupati in Italia. A nov. 2024 abbiamo avuto la % più alta di Occupati che in valore assoluto significa appena più di 24 milioni di persone attive. Bisogna però dire che tale numero di occupati è stato stabile per 5 mesi ma a novembre la relativa percentuale è salita di 0,2 punti perché nella base di riferimento si avvertono gli effetti del calo demografico.
Bisogna ricordare che entro il 2030 si avrà in Italia un calo di 1,5 mil. di persone in età attiva e ciò provocherà seri contraccolpi al mondo della Produzione e dei Servizi, se non vi si porrà rimedio ad es. con politiche per aumento occupazione ed inclusione di Giovani, di Donne, di Immigrati.
L’occupazione degli over 50 anni. La dinamica di questo gruppo è quella che vivacizza il quadro complessivo: continuano a migliorare gli occupati e calano pure gli inattivi: esprime la tendenza a posticipare l’entrata nel pensionamento che così ritarda l’ingresso delle giovani leve > difficile ipotizzare oggi posti di lavoro in più, anzi! Avanza l’invecchiamento anche tra gli occupati, un fattore che rappresenta un limite in un mondo in forte trasformazione.
L’occupazione delle Donne e dei Giovani. La % di occupazione delle Donne in Italia è la più bassa nella UE27 – fonte Eurostat – con il più alto gap verso l’occupazione maschile: a nov.2024 si registra 53,7% per le donne contro il 71,0% per gli uomini = occupazione molto ‘subordinata’.
Non può entusiasmare la situazione dei Giovani. Bisogna notare che nelle classi di età 15-.24 anni e 25-34 anni il fatto più significativo è il calo disoccupati accompagnato dalla crescita ‘inattivi’ (= persone che non hanno un lavoro né lo cercano). Continua la fatica nel trovare prospettive, anche per come molti sono oggi preparati e formati al lavoro.
LA VISIONE DI INSIEME. Per fortuna che in generale c’è Lavoro, ma non ci sono oggi record da festeggiare: per il Lavoro c’è ben altro da fare.
Esiste un forte bisogno di politiche permanenti per la Formazione ed Inclusione al lavoro: ci sono circa tre milioni i posti di lavoro con difficoltà di copertura causa inadeguata preparazione culturale-professionale = una situazione paradossale di posti vuoti e bisogno di più occupazione!
L’attuale Governo ha preferito smontare il piano ‘Asili nido’ predisposto con il PNRR e rifugiarsi nel ‘Bonus Bebè’, una via breve in chiave populista. Servono infatti le adeguate reti di Servizi di sostegno alle famiglie, ad iniziare dalla cura dell’Infanzia: rimanere indifferenti in questo ambito significa penalizzare in particolare le giovani donne (fare figli o perdere il lavoro?).
Altro punto rilevante è lo stato della retribuzione del Lavoro. Nel periodo 2013-2023 – fonte Istat – le retribuzioni nella UE27 sono cresciute in termini reali – al netto dell’inflazione – del +3,0% medio mentre per l’Italia c’è stato un calo del -5% su un livello che è già tra i più bassi: ciò significa che per una gran parte di persone il Lavoro diventa sempre più sussistenza e non sostegno per il futuro della propria famiglia…. Molti giovani fanno parte della generazione del meno.
Lo sguardo sulla Povertà: nel 2023 il tasso di povertà assoluta per gli individui è stato pari al 9,8% (era al 6,9% nel 2014) ed è un fenomeno che incide di più tra i minori. Sempre nel 2023 il peso della povertà relativa è stato pari al 14,5%. (fonte Istat).
Insomma, una persona su quattro ha problemi seri o molto seri per il suo domani, anche quando lavora ma con un lavoro mal pagato e/o per poche ore alla settimana. Queste tendenze della Povertà significano una crescita progressiva di disuguaglianze e di fragilità.
CONCLUSIONI: nell’attuale situazione non c’è spazio per vantare record se non per la volontà di manipolare la percezione delle persone. C’è un gran bisogno di un Governo e di una Politica che comprenda i problemi e sviluppi risposte per i bisogni delle Persone e delle Famiglie, con uno sguardo lungimirante, costruendo un percorso di passi strutturati e coordinati, e poi realizzati, la via unica per generare fiducia e speranza nel futuro, specie per i nostri Giovani. Magari con la vicinanza e l’operosità delle Associazioni come le Acli.
Link ISTAT per report Occupati – Disoccupati a Nov. 2024
https://www.istat.it/wp-content/uploads/2025/01/occupati-disoccupati-novembre-2024.pdf
AMPELIO SANSON